
Gli NFT sono rappresentazioni digitali non fungibili, ossia non intercambiabili, di un asset.
Sono stati scoperti dai più nel marzo 2021 quando Christie’s, la casa d’asta più famosa al mondo, ha venduto per ben 69 milioni di dollari un’opera d’arte digitale in un semplice formato JPEG.

Da allora il mondo ha cominciato a guardare con curiosità ma allo stesso tempo sospetto il tema che, è bene evidenziare, non si limita al mondo dell’arte ma riguarda attualmente anche quello del gaming (fantacalcio in primis ma anche F1, Moto Gp ecc.).
Tutti improvvisamente hanno cominciato a chiedersi cosa sono e che ruolo potrebbero giocare nel mondo reale.
In questo articolo si approfondiranno alcuni dei temi già trattati nella Collana sulle criptovalute e scopriremo le loro caratteristiche, come possono essere utilizzati – non solo nel campo artistico – e quali criticità presentano al momento.
SOMMARIO
1. Token fungibili e token infungibili
2. Cosa significa tokenizzare un bene
3. Archetipi di criptovaluta
4. Perché tokenizzare un bene
4.1 Tutela della proprietà
4.2 Contabilizzazione certa dei diritti di sfruttamento
5. NFT e diritto
CONCLUSIONE – Quale sarà il futuro degli NFT?
1. Token fungibili e token infungibili
Si è detto che le criptovalute sono una nuova tipologia di valore di scambio che può essere emesso da molteplici aderenti ad un network informatico, dunque non (necessariamente) da una banca centrale o altra autorità pubblica come per le valute cc.dd. a corso forzoso o fiat (es. euro e dollaro).
Da un punto di vista economico e informatico una criptovaluta può avere molteplici caratteristiche.
A titolo esemplificativo:
- può essere asset backed o no, ossia ancorata o meno ad un altro strumento economico;
- può essere emessa in numero limitato o illimitato;
- può essere fungibile o infungibile, nella misura in cui le singole unità emesse presentino cioè tutte le medesime caratteristiche o, invece, caratteristiche uniche (un esempio di queste ultime sono i cc.dd. CryptoKitties).
Un bene fungibile, dunque, può essere sostituito con altri della stessa tipologia.
Un tipico bene fungibile è il denaro. Ed infatti, poiché le banconote adempiono alla medesima funzione economica, posso scambiarne una da 10 euro con due da 5 euro.
Al contrario, invece, un bene non fungibile presenta delle caratteristiche uniche che lo rendono difficilmente scambiabile con altri, anche se della stessa categoria.
Per esempio, potrei astrattamente proporre uno scambio tra un quadro di Picasso ed un quadro di Da Vinci, o tra un appartamento in centro e una villa sul mare ma sarebbe estremamente difficile senza la compensazione di beni fungibili, come il denaro per l’appunto.
Per comprendere meglio il concetto e l’impatto che gli NFT possono avere sulla realtà quotidiana, si pensi all’atto di proprietà di una casa.
Esso serve a garantire che un determinato individuo è titolare di un determinato immobile, anche nel caso in cui esso non usufruisca direttamente del bene.
Il certificato di proprietà è quindi la rappresentazione univoca e certa del bene casa e dei diritti che il proprietario ha su di essa, opponibile a terzi.
Un NFT può svolgere il medesimo ruolo del certificato di proprietà della casa, nei confronti degli asset che esso rappresenta.
I diritti che attesta possono infatti essere molteplici: proprietà intellettuale, diritto di esposizione, diritti economici, etc.
2. Cosa significa tokenizzare un bene
In altri termini, i Non Fungible Token sono certificati digitali che, mediante la tecnologia blockchain ed appositi smart contract, identificano immutabilmente ed univocamente le caratteristiche di un asset quali proprietà, valore, data di creazione e acquisto, rendendolo di fatto digitalmente non clonabile.
Le eventuali copie dell’asset potranno quindi essere riconosciute come tali e non avranno valore di originale.
L’utilizzo di queste tecnologie nel processo di digitalizzazione consente quindi di evitare i rischi connessi ai metodi tradizionali quali la copia irriconoscibile dell’originale digitale e la modifica (del file ma anche delle sue caratteristiche).
3. Archetipi di criptovaluta
In altro approfondimento, estratto da un complesso studio dell’Università di Zurigo, è stata fornita una classificazione tecnica dei token attualmente in circolazione ed il seguente diagramma ad albero, in grado di guidare un’azienda, attraverso domande, verso la realizzazione del corretto tipo di token per il progetto considerato:

Senza entrare nei dettagli giuridici, per cui si rimanda ad apposito approfondimento, gli NFT sono inquadrabili nell’archetipo 7 Asset Token giacché, come esplicato, rappresentano diritti su asset anche non finanziari e quindi non fungibili.
Da un punto di vista informatico, prendendo come riferimento la prima blockchain a sviluppare tale tecnologia, ossia Ethereum, lo standard sottostante ad un NFT è l’ERC 721.
Mentre il più noto standard ERC 20 implementato da Ethereum funge, fondamentalmente, da registro contabile di determinati token, giacché contiene campi quali nome o simbolo del token, total supply e decimali minimi, l’ERC 721 si differenzia grazie al campo dei cc. dd. metadati.
E’ infatti proprio questo campo che consente di descrivere gli elementi di unicità dell’asset, che possono dipendere dalla specifica applicazione, ad esempio il nome dell’artista, quello dell’opera, la sua descrizione; in altri termini campi unici che rafforzano il concetto di non fungibilità.
4. Perché tokenizzare un bene
4.1 Tutela della proprietà
Nell’era di internet dove tutto è replicabile, è necessario fare ordine e riportare alcune delle caratteristiche tipiche dei beni fisici al mondo digitale.
Ci si riferisce evidentemente a scarsità, unicità e proprietà.
Non a caso i campi più noti di applicazione degli NFT sono stati l’arte e il gaming (fantacalcio, F1, Moto Gp).
Fino ad oggi la protezione di un’opera d’arte, di una figurina o più in generale di un brand nel mondo digitale poteva sembrare un’utopia, essendo complesso sia dimostrarne la paternità sia evitare indebite duplicazioni.
Mediante la creazione di un NFT dell’opera, notarizzato su blockchain, il proprietario può invece opporre facilmente a terzi i propri diritti e agire contro il contraffattore.
Su blockchain, infatti, è possibile visualizzare l’hash del file, il timestamp e il wallet collegato all’opera.
Inoltre, è possibile collegare agli NFT complessi sistemi di analisi dei dati e intelligenza artificiale al fine ad esempio di realizzare competizioni online fra i proprietari, come sta attualmente facendo Sorare con i suoi NFT da fantacalcio.
Al netto delle problematiche legislative italiane, di cui si dirà in seguito, è evidente che questa tecnologia può facilitare notevolmente la tutela della proprietà di un bene e ad aprire nuove forme di business.
4.2 Contabilizzazione certa dei diritti di sfruttamento
Su un NFT è possibile registrare, univocamente ed immutabilmente, anche il profitto per l’autore, il quale sarà contabilizzato ad ogni vendita futura del token, sia sul mercato primario sia su quello secondario.
Infatti, se l’artista vendesse l’opera non solo guadagnerebbe dalla vendita primaria diretta ma si aggiudicherebbe anche le royalties di tutte le successive vendite fatte dai relativi acquirenti.
La tokenizzazione di un bene / opera d’arte, quindi, può agevolare anche gli aspetti economici del diritto d’autore.
5. NFT e diritto
Le possibilità offerte dalla tecnologia e la relativa velocità di sviluppo, cozzano purtroppo con la lentezza del Legislatore italiano, evidentemente inadeguato nell’affrontare le sfide della contemporaneità.
In assenza di Linee guida ufficiali dell’Agid in merito agli standard tecnici di registri distribuiti e smart contract, per garantire l’efficacia delle soluzioni tecnologiche risulta indispensabile un raffinato lavoro di analisi, sviluppo e compliance, informatico / giuridica, conforme da un lato alle esigenze del Cliente e, dall’altro, agli standard delle Community Internazionali che comunque esistono e crescono con buona pace dei nostri burocrati.
Del resto, quand’anche esistessero delle linee guida, non potrebbero che valere sotto il profilo meramente tecnico, giacché gli NFT, ed in generale la Blockchain, non forniscono alcuna valutazione di merito ma consentono esclusivamente di immortale matematicamente una determinata informazione, vera o falsa che sia.
In altri termini, dunque, l’NFT garantisce:
- che un determinato soggetto abbia registrato le informazioni da esso rappresentate in una specifica data e ora;
- che i diritti riconosciuti in esso siano trasferiti a chiunque lo possieda nel proprio wallet;
- che le informazioni in esso contenute non siano manomissibili.
L’NFT non garantisce:
- che il suo creatore sia effettivamente l’autore dell’opera (asset) rappresentata;
- che il suo creatore non ne abbia realizzati altri e dichiarato il falso in merito alla sua univocità.
Tali elementi, infatti, devono essere oggetto di apposita procedura LegalTech preliminare ed esterna al token stesso.
Dunque, come si è detto, la validità della tecnologia dipende in gran parte dal team di giuristi e informatici che ne segue lo sviluppo.
CONCLUSIONE – Quale sarà il futuro degli NFT?
La tecnologia blockhain presenta ancora evidenti limiti e criticità ma il numero di progetti in sviluppo e il fervore delle comunità di sviluppatori, giuristi ed economisti interessati a risolverle sta continuando ad aumentare.
Col tempo è assolutamente presumibile che il gap conoscitivo che separa il mondo dell’informatica, da quello del diritto, dell’economia e, infine, della politica si assottiglierà notevolmente, dando vita a standard condivisi, lì dove attualmente viene lasciato ampio spazio alla libera interpretazione e, dunque, all’incertezza (che, si badi bene, non è necessariamente un male).
Del resto, alla luce della presente analisi, i vantaggi che tali soluzioni possono apportare a modelli di business inefficienti come quelli attuali pare indubbio.
Così come le criptovalute in generale hanno aperto la strada a nuovi modi di concepire la moneta, i rapporti fra investitori e aziende nonché fra gli Stati stessi e i cittadini, gli NFT aprono nuovi importantissimi sviluppi nel campo dell’arte e della tutela del diritto d’autore.
Come spesso accade in ambito finanziario / tecnologico, questo periodo di hype – in cui orde di investitori si affrettano ad acquistare ogni sorta di NFT disponibile sul web con la speranza di poterci speculare – presto si affievolirà, lasciando spazio ai progetti più solidi e con vision di lungo periodo, che renderanno accessibile alle masse tali tecnologie.