CRIPTOVALUTE – Status della normativa internazionale

27 Ottobre 2020 -

La normativa internazionale sulle criptovalute è variegata e complessa. Tuttavia, possono individuarsi generalmente tre comuni step di sviluppo e somiglianze fra Paesi nell’interpretazione del fenomeno.

Proseguendo quindi l’analisi sin qui effettuata, prima di addentrarsi nella normativa Europea nonché di USA, Svizzera e Regno Unito, si ritiene utile fornire un quadro d’insieme del panorama internazionale.

SOMMARIO

1. Fasi di sviluppo della normativa

2. Rapporto sui crypto asset della Biblioteca del Congresso USA

CONCLUSIONE

NOTE

1. Fasi di sviluppo della normativa

Dopo un iniziale boom delle ICO, il quale ha tuttavia determinato l’insorgenza di numerose truffe ai danni dei risparmiatori, le autorità di ogni parte del mondo hanno tentato di arginare il fenomeno.

L’approccio normativo adottato dai Legislatori di ogni parte del mondo è stato condizionato anzitutto dall’evidenza, già rappresentata, che il termine criptovaluta racchiude un universo di protocolli differenti per:

  • scopo;
  • governance;
  • funzionalità;
  • struttura tecnica.

Si sono quindi susseguite tre fasi di regolamentazione:

  1. applicazione ai Crypto Asset, in base alle loro caratteristiche, delle leggi su mercati, strumenti e servizi finanziari;
  2. elaborazione di normative specifiche per i Crypto Asset non finanziari;
  3. regolamentazione di Payment Token ed elaborazione di CBDC.

I primi Paesi ad essersi pronunciati mediante linee guida in merito ai criteri per la qualificazione come Security di taluni crypto asset sono stati: USA e Svizzera

La legislazione che disciplina i mercati, i prodotti e i servizi finanziari in vari Paesi include i requisiti relativi alla registrazione, alle licenze e alla divulgazione di informazioni agli investitori, ad esempio tramite un prospetto. 

I servizi finanziari rilevanti per le criptovalute possono includere, ad esempio, scambi, servizi di custodia, servizi di consulenza e intermediazione.

Nei mesi immediatamente seguenti numerosi altri paesi hanno intrapreso la via della regolamentazione, anche attraverso specifiche norme, o vietato del tutto le ICO e gli scambi di criptovalute come la Cina

La seconda fase del percorso di normazione dei crypto asset riguarda invece l’emanazione di leggi o regolamenti in merito a scambio, custodia, requisiti tecnici, strutture di governance, gestione del rischio, divulgazione di informazioni e altre questioni relative alla protezione degli investitori, per tutte quelle  criptovalute non definibili come strumenti finanziari.

L’obiettivo perseguito è contemperare l’esigenza di maggiori garanzie per gli utenti con la natura globale e sempre più decentralizzata di tali operazioni. 

Infine, la terza fase, già avviata in taluni Paesi come Cina, Venezuela e Bahamas, riguarda la regolamentazione dei Payment Token e l’elaborazione di CBDC.

In alcuni contesti questa fase ha anticipato la seconda. 

In Europa fra tutti, come si è detto in altro approfondimento, la PSD2 e l’AML5 hanno puntualmente regolamentato tutti gli aspetti connessi alla emissione e gestione di moneta elettronica la quale, fino alla proposta di Regolamentazione del Mercato dei Crypto Assets pubblicata dalla Commissione Europea il 24 settembre 2020, è risultata pienamente assimilabile ai payment token. 

Sul fronte STO ed ICO, invece, attualmente persistono approcci divergenti fra i Paesi membri. 

Il Ventur Capital in ambito FinTech, peraltro, si evolve più rapidamente di quanto non facciano i Legislatori. Stanno infatti già nascendo nuovi modelli di Ventur Capital, come le IEO (Initial Exchange Offering) e le IDO (Initial Dex Offering). 

Mentre una IEO viene gestita da un exchange centralizzato per conto della start-up che mira a raccogliere fondi, in cambio del pagamento di una commissione di quotazione e una percentuale dei token venduti, le IDO sono condotte su exchange decentralizzati (DEX). 

2. Rapporto sui crypto asset della Biblioteca del Congresso USA

Il rapporto più completo sulla regolamentazione dei crypto asset non può che essere quello della più grande biblioteca giuridica del mondo, la Biblioteca del Congresso degli USA.  Istituita nel 1832 per la riconosciuta necessità di un accesso immediato a documentazione giuridica affidabile, La Law Library of Congress è cresciuta nel corso degli anni fino a diventare la più grande del mondo, con una collezione di oltre 2,9 milioni di volumi che abbracciano le epoche e coprono praticamente tutte le giurisdizioni. 

Il rapporto sui crypto assets, in particolare – sebbene non pienamente aggiornato alle più recenti novità – copre 46 giurisdizioni, inclusa l’Unione Europea, e si concentra principalmente:

  • sugli approcci normativi alle criptovalute create tramite blockchain o DLT, nel contesto del mercato finanziario e delle leggi sulla protezione degli investitori;
  • sull’applicazione delle leggi fiscali e AML / CFT.

Il quadro risulta quindi molto articolato ma, prendendo a riferimento le maggiori giurisdizioni, così riassumibile:

Regno Unito (STO ed ICO)

Australia (STO ed ICO);

Canada (STO);

Danimarca (STO);

Finlandia (STO); 

Germania (STO ed ICO);

Jersey (STO);

Liechtenstein (STO);

Lituania (STO);

Nuova Zelanda (STO);

Singapore (STO);

Svezia (STO); 

Taiwan (STO);

Emirati Arabi Uniti (STO) (rispetto all’Abu Dhabi Global Market), 

Indonesia (STO – in relazione al riconoscimento delle criptovalute come materie prime che possono essere oggetto di negoziazione di futures), 

Bahamas (CBDC);

Venezuela (STO, ICO e CBDC)

Cina (CBDC) [30]

Hong Kong (STO);

Lussemburgo (STO);

Malesia (STOi);

Francia (STO ed ICO); 

Gibilterra (STO);

Israele (STO e bozza ICO);

Italia (STO e bozza ICO);

Giappone (STO ed ICO);

Liechtenstein (STO);

Filippine (ICO);

Sud Africa (STO ed ICO);

Ucraina (STO ed ICO).

CONCLUSIONE

Nei prossimi approfondimenti, si esplicheranno gli approcci normativi adottati da USA, Svizzera e Regno Unito.

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NOTE

[1] Precisamente, il 4 settembre 2017 la People’s Bank of China ha disposto il divieto di Initial Coin Offering e la sospensione delle attività di scambio dei token sugli exchange (ed in genere la compravendita di criptovalute a fronte del pagamento in moneta avente corso legale), con obbligo di restituzione delle somme per quelli già collocati sul mercato, approccio seguito dalla Corea del Sud il 29 settembre 2017. Dopo questa iniziale fase di contrasto alle criptovalute, la quale ha determinato, unitamente ad altri fattori, la crisi verificatasi nei primi mesi del 2018 e i cui strascichi sono ancora in atto, il presidente della Cina Xi Jimpin ha manifestato interessamento per la tecnologia blockchain, arrivando a definirla, il 28 maggio 2018, una rivoluzione tecnologica col potenziale per cambiare il volto economico del mondo. I ricercatori sono stati quindi impegnati nello studio del fenomeno e della tecnologia al fine di: 

  • redigere una lista dei migliori progetti in atto;
  • coadiuvare le autorità nell’emanazione di una CBDC.

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