
New Financial Technology Ltd si presentava come una società operante nella finanza decentralizzata in grado di garantire rendimenti del 10% al mese ai propri clienti / investitori.
Tali interessi sarebbero stati possibili in virtù di un avanzato software capace di gestire in modo profittevole attività di arbitraggio.
A luglio 2022 ha smesso di distribuire rendimenti e, poco dopo, ha dichiarato fallimento.
Le modalità operative, l’improvvisa sparizione del sito web, dei fondi raccolti (all’incirca 100 milioni di €) e finanche di due dei tre fondatori, inducono a ritenere NFT l’ennesima truffa che ha sfruttato l’entusiasmo per nuove tecnologie e strumenti finanziari e non invece una regolare società che negli ultimi mesi ha subito l’impatto della poderosa contrazione di valore del mercato delle criptovalute.
Alla luce delle segnalazioni ricevute dagli utenti e delle similitudini con casi analoghi affrontati da Crypto Avvocato, si ritiene utile fornire una ricostruzione della vicenda e consigli per tutelarsi in sede penale e civile.
SOMMARIO
1. Come si presentava NFT
2. Crollo delle criptovalute o schema piramidale?
3. Similitudini con la truffa Arbistar
4. L’elemento più debole dello schema: marketer / promotori finanziari abusivi
CONCLUSIONE
ALTRI CYBER CRIMES
COME DIFENDERSI
COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE
PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO
1. Come si presentava NFT
In questo video sono presenti tutti i protagonisti della NFT, New Financial Technology. Il video è stato recuperato dal “Mattino di Padova” e pubblicato sul relativo canale YouTube.
2. Crollo delle criptovalute o schema piramidale?
Da novembre 2021 il mercato delle criptovalute ha registrato fortissimi ribassi, del 60% in media.
Ciò ha influito negativamente su molte aziende del settore ma, come detto in introduzione, le caratteristiche di NFT e le vicende che hanno condotto alla sua bancarotta sembrerebbero celare un’operazione fraudolenta ab origine.
Si consideri anzitutto che NFT non rientra tra le società autorizzate dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) ad agire come operatore finanziario.
Ai Clienti, peraltro, non è mai stato fornito alcun prospetto informativo nei contratti (obbligatorio in Italia per gli investimenti finanziari).

Secondo quanto riferito dagli Utenti che ci hanno contattato in questi giorni, come quasi sempre accade negli schemi piramidali, era possibile guadagnare delle provvigioni considerevoli invitando altri investitori.
Tale strutturazione ha evidentemente lo scopo di:
- reperire velocemente quanti più fondi possibile;
- rendere gli utenti complici dello schema riducendo le già scarse possibilità che qualcuno denunci.
Gli Utenti potevano scegliere se ritirare “profitti” e provvigioni periodicamente oppure “reinvestirli”.
L’avidità gioca un ruolo fondamentale in tali vicende poiché moltissimi Utenti, avendo maturato una certa fiducia nello schema in virtù dei pagamenti inizialmente ricevuti, decidono di lasciare le somme in deposito.
Ciò allunga la durata dello schema piramidale e, quindi, i proventi dei truffatori nel momento in cui decidono di darsi alla fuga.
Non ci sarebbe dunque alcun software per l’arbitraggio dietro i rendimenti promessi.
Le adesioni di nuovi Utenti, infatti, servirebbero semplicemente a pagare gli interessi di quelli entrati in precedenza nella società.
Nel momento in cui il rapporto fra Utenti vecchi e nuovi, dunque somme in uscita e in entrata, diviene insostenibile, lo schema collassa.
Gli Autori ovviamente spariscono con i fondi prima che ciò avvenga.
3. Similitudini fra NFT e la truffa Arbistar
L’attività di Arbistar sarebbe iniziata nel 2018 con lo sviluppo di un “blacklisted auto trading software” che decideva in autonomia come investire Bitcoin, al posto del singolo consumatore.
Nel gennaio 2019 è stata rilasciata la version 2.0 di Arbistar che implementava “strategie di arbritraggio” ossia algoritmi finalizzati a trarre profitto dalle differenze di prezzo di Bitcoin fra le molteplici piattaforme di cambio (cc. dd. exchange).
La società dunque utilizzava gli investimenti in Bitcoin degli utenti per effettuare compravendite automatizzate ove ritenesse maggiormente conveniente.
Anche in questo caso, ogni Utente aveva la possibilità di guadagnare rilevanti provvigioni sugli investimenti compiuti da coloro che inducevano ad iscriversi alla piattaforma.
Arbistar si è presto rivelato essere l’ennesimo gigantesco schema Ponzi nel settore delle criptovalute.
Secondo la stampa spagnola, si tratta della più grande truffa informatica mai perpetuata in suolo iberico.
In data 12 settembre 2020 Arbistar ha soppresso il Community Bot, impedendo di fatto ad oltre 32.000 persone di accedere ai propri depositi, stimati in 9,34 milioni di euro.
Il 13 settembre 2020 Arbistar ha interrotto le proprie attività sul mercato italiano.
Da un momento all’altro gli investitori hanno subito il congelamento del proprio account e la chiusura degli ordinari canali di comunicazione con la società.
L’unica possibilità di comunicazione è infatti rimasta l’email support@arbistar.com, dalla quale tuttavia molteplici utenti non hanno mai ricevuto risposte.
Ciò ha determinato numerosi investitori, sopratutto spagnoli, a denunciare Arbistar.
In conseguenza di ciò, il 22 ottobre 2020 a Tenerife è stato arrestato il CEO e fondatore di Arbistar, Santi Fuentes Jover, con l’accusa di reati di frode, appartenenza ad un’organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.
Solo l’11 novembre 2020, con la Delibera n. 21583, la Consob ha sospeso in via cautelare, per un periodo di 90 giorni, l’attività di offerta al pubblico residente in Italia posta in essere da Arbistar 2.0, S.L. tramite i siti internet https://arbistar.com e https://app.arbistar.com.
In particolare l’Autorità di Vigilanza ha rilevato che Arbistar 2.0 risultava essere a tutti gli effetti un’opportunità di investimento, ovvero un’offerta al pubblico di prodotti finanziari, come definito dall’art. 1, comma 1, lettera t), del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), e pertanto richiedeva l’approvazione di un prospetto informativo da parte della Consob stessa.
Tuttavia, Arbistar non ha mai effettuato la comunicazione preventiva obbligatoria all’agenzia, non potendo quindi disporre di un prospetto informativo autorizzato.

Tutti gli investitori residenti in Italia hanno così potuto prendere ulteriore coscienza della condotta poco trasparente di Arbistar e del suo operare in assenza delle necessarie autorizzazioni.
4. L’elemento più debole dello schema: marketer / promotori finanziari abusivi
Generalmente, coloro che hanno promosso lo schema piramidale sono l’elemento più aggredibile della catena criminale per due ragioni fondamentali:
- a differenza dei titolari della piattaforma fraudolenta, sono reperibili e si trovano nel medesimo territorio della vittima;
- generalmente hanno cospicui fondi da aggredire poiché effettuando tale attività abitualmente sono ben consapevoli che lo schema ponzi collasserà in breve tempo e quindi si guardano bene dal lasciarvi in deposito i proventi dell’attività.
La responsabilità dei marketer discende anzitutto dal fatto che, senza apposite qualifiche ed autorizzazioni, la promozione di investimenti finanziari costituisce reato. Tale condotta potrebbe aggravarsi qualora il business promosso abusivamente si riveli una truffa.
In altri termini, qualora il marketer con artifizi o raggiri, inducesse l’utente in errore, procurando a lui un danno e a sé stessi e ai titolari della piattaforma un ingiusto profitto, potrebbe incorrere:
- sia nel concorso, ex art. 110 c. p., nel reato di cui all’art. 132 T. U. B.;
- sia nel concorso nel reato di truffa di cui all’art. 640 c.p., punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.
Inoltre, in sede civile, potrebbero rispondere del danno patrimoniale cagionato ex art. 2043 c. c..
Ciò è rilevante soprattutto perché l’avv. Emanuele Giullini, attualmente unico socio reperibile della NFT, afferma di non avere accesso ai wallet in cui erano detenute le criptovalute.
CONCLUSIONE
Come detto, generalmente la rivalsa sugli intermediari finanziari abusivi rappresenta l’unica via perseguibile per tentare di recuperare il capitale.
Tuttavia, l’attuale disponibilità dell’avv. Giullini consente di vagliare anche altre vie, stragiudiziali e giudiziali.
Considerata la particolare complessità della vicenda e la necessità di inquadrarla correttamente sotto il profilo penale, indipendentemente dalle strategie che si deciderà di adottare per tentare di recuperare il capitale, è importante considerare che, ex art. 124 c. p., il termine ordinario di procedibilità dell’azione penale (ossia per sporgere querela) è di 90 gg. dalla conoscenza del reato.
L’azione penale può essere esercitata d’ufficio, dunque oltre tale limite, in presenza di talune circostante aggravanti del reato.
Dunque, anche al fine di evitare la dispersione e cancellazione delle prove, è opportuno agire con la massima celerità.
Chi desiderasse un preventivo per l’assistenza da Crypto Avvocato dovrebbe inviare a mezzo email info@cryptoavvocato.it o form di contatto:
- una puntuale ricostruzione della vicenda, delle interazioni avute anzitutto con la piattaforma ed eventualmente anche con gli intermediari che l’hanno abusivamente promossa;
- riscontri documentali o quantomeno indicazioni su dove possano essere acquisiti.
Con ogni probabilità, infatti, i riscontri documentali si trovano in ambienti digitali (chat, email, smartphone ecc.) e dovranno essere acquisiti, da soggetti dotati delle idonee qualifiche, in formati idonei alla produzione in giudizio.
Crypto Avvocato, per mezzo di legali ed informatici forensi che hanno già maturato significativa esperienza in casi analoghi, può fornire assistenza nelle indagini difensive, nei tavoli di negoziazione stragiudiziale e in giudizio.
ALTRI CYBER CRIMES
Nella sezione Crime sono presenti molteplici analisi.
La sezione verrà aggiornata con ogni nuovo caso e anche tu puoi contribuire, inviando a Crypto Avvocato screenshot, link o anche solo chiedendo un parere.
Per comprendere cos’è il reato di truffa, si consiglia la lettura di apposito approfondimento.
In questo articolo sono stati raccolti alcuni consigli utili.
COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE
E’ possibile segnalare attività sospette e reati informatici anche online, mediante il sito web della polizia postale.
PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO
Le Autorità non sono pienamente coscienti della portata di questi fenomeni perché nella maggior parte dei casi le vittime non sporgono querela.
I motivi sono principalmente i seguenti:
- sfiducia nei confronti delle istituzioni;
- mancanza di fondi o volontà per farsi assistere da professionisti nella ricostruzione dell’accaduto, nella redazione della querela e nell’effettuazione di indagini private a supporto dell’attività degli inquirenti italiani ed internazionali.
E’ bene precisare, infatti, che ex art. 336 c.p.p., la querela potrebbe anche essere sporta oralmente, entro 90 gg. dal reato, presso il commissariato di polizia più vicino ma
è un atto che richiede precise formalità e ricostruire una vicenda così complessa oralmente e in mancanza di una puntuale documentazione, potrebbe non solo risultare estenuante per tutti i soggetti coinvolti ma altresì inutile.
Ciò potrebbe determinare talvolta gli ufficiali stessi a dissuadere le vittime dal sporgere querela.
L’assistenza di un professionista è consigliata altresì per l’accesso che egli può garantire al Portale Telematico del Ministero della Giustizia, per il deposito e l’interazione semplificata con le Autorità.