ARBISTAR – Azione legale

18 Aprile 2021 - and

Arbistar 2.0 era una piattaforma online per il trading automatico chiusa in seguito ai provvedimenti giudiziari nei confronti della società sviluppatrice, emessi dalle Autorità spagnole ed italiane.

Questo articolo intende esplicare, a coloro che vogliano recuperare i propri investimenti per mezzo di un’azione giudiziale, cos’era Arbistar e come funzionava, i provvedimenti adottati in Italia e all’estero nei confronti della società, le problematiche legate alla giurisdizione e le informazioni da inoltrare agli scriventi affinché si possa prestare correttamente assistenza.

SOMMARIO

1. Cos’era Arbistar e come funzionava

2. Marketer / Promotori finanziari abusivi

3. “Crack” Arbistar e provvedimenti delle Autorità spagnole e italiane

4. Questioni sulla giurisdizione italiana e spagnola

5. Aggiornamenti sul caso

CONCLUSIONE

ALTRI CYBER CRIMES

COME DIFENDERSI

COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE

PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO

1. Cos’era Arbistar e come funzionava

Arbistar 2.0 S. L. risulta essere stata costituita l’8 maggio 2019, con atto notarile n. 2.251 di Mr. Nicolà Castilla García, dell’Illustre Scuola Notarile delle Isole Canarie, presso il Registro Mercantile di Santa Cruz de Tenerife, in Volume 3.629, Foglio 39, Sezione 8, Pagina TF-6281.

Arbistar operava con CIF number B-76799014 e ne era CEO e Co-founder Santiago Fuentes Jover

ARBISTAR - Santi Fuentes Jover

Secondo le indagini svolte da Crypto Avvocato fino ad ora, dietro ad ArbiStar 2.0 sembrerebbe esserci la KDK Global Marketing Ltd EOOD con sede in ploshtad Sv. Sv. Konstantin i Elena 152 4000 Plovdiv Plovdiv – Yuzhen Tsentralen – Bulgaria 032 649 610

Altri membri noti di Arbistar sono:

ARBISTAR - Nikolay Sharkov
Nikolay Sharkov (CTO e Co-founder)
ARBISTAR - Victor Franz
Victor Franz (CTO)
ARBISTAR - Diego Felipe Fernandez
Diego Felipe Fernandez (COO)

L’attività di Arbistar sarebbe iniziata nel 2018 con lo sviluppo di un “blacklisted auto trading software” che decideva in autonomia come investire Bitcoin, al posto del singolo consumatore.

Nel gennaio 2019 è stata rilasciata la version 2.0 di Arbistar che implementava “strategie di arbritraggio” ossia algoritmi finalizzati a trarre profitto dalle differenze di prezzo di Bitcoin fra le molteplici piattaforme di cambio (cc.dd. exchange).

La società dunque utilizzava gli investimenti in Bitcoin degli utenti per effettuare compravendite automatizzate ove ritenesse maggiormente conveniente.

La piattaforma offriva:

  • una versione basic (o Community) del Bot utilizzabile, in seguito a download e configurazione sul proprio dispositivo, con un investimento minimo di 0,1 BTC.
  • una versione pro del Bot consigliata agli utenti più esperti nel settore ed utilizzabile con un investimento minimo di 3.000 € per due anni.

Inoltre, come spesso accade in questi casi, ogni Utente aveva la possibilità di guadagnare rilevanti provvigioni sugli investimenti compiuti da coloro che inducevano ad iscriversi alla piattaforma.

Tale strutturazione aveva evidentemente lo scopo di:

  • reperire velocemente quanti più fondi possibile;
  • rendere gli utenti complici dello schema riducendo le già scarse possibilità che qualcuno denunciasse.

2. Marketer / Promotori finanziari abusivi

Generalmente i marketer sono l’elemento più aggredibile della catena criminale poiché, a differenza dei titolari della piattaforma fraudolenta, si trovano nel medesimo territorio della vittima.

La responsabilità dei marketer discende anzitutto dal fatto che, senza apposite qualifiche ed autorizzazioni, la promozione di investimenti finanziari costituisce reato. Tale condotta potrebbe aggravarsi qualora il business promosso abusivamente si riveli una truffa.

In altri termini, qualora i marketer con artifizi o raggiriinducessero l’utente in errore, procurando a lui un danno e a sé stessi e ai titolari della piattaforma un ingiusto profitto, potrebbero incorrere:

  • sia nel concorso, ex art. 110 c. p., nel reato di cui all’art. 132 T. U. B.;
  • sia nel concorso nel reato di truffa di cui all’art. 640 c.p., punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.

Inoltre, in sede civile, potrebbero rispondere del danno patrimoniale cagionato ex art. 2043 c. c..

3. “Crack” Arbistar e provvedimenti delle Autorità spagnole e italiane

Arbistar si è presto rivelato essere l’ennesimo gigantesco schema Ponzi nel settore delle criptovalute.

Secondo la stampa spagnola, si tratta della più grande truffa informatica mai perpetuata in suolo iberico.

In data 12 settembre 2020 Arbistar ha soppresso il Community Bot, impedendo di fatto ad oltre 32.000 persone di accedere ai propri depositi, stimati in 9,34 milioni di euro.

Il 13 settembre 2020 Arbistar ha interrotto le proprie attività sul mercato italiano.

Da un momento all’altro gli investitori hanno subito il congelamento del proprio account e la chiusura degli ordinari canali di comunicazione con la società.

L’unica possibilità di comunicazione è infatti rimasta l’email support@arbistar.com, dalla quale tuttavia molteplici utenti non hanno mai ricevuto risposte.

Ciò ha determinato numerosi investitori, sopratutto spagnoli, a denunciare Arbistar.

In conseguenza di ciò, il 22 ottobre 2020 a Tenerife è stato arrestato il CEO e fondatore di Arbistar, Santi Fuentes Jover, con l’accusa di reati di frode, appartenenza ad un’organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

Solo l’11 novembre 2020, con la Delibera n. 21583, la Consob ha sospeso in via cautelare, per un periodo di 90 giorni, l’attività di offerta al pubblico residente in Italia posta in essere da Arbistar 2.0, S.L. tramite i siti internet https://arbistar.com e https://app.arbistar.com.

In particolare l’Autorità di Vigilanza ha rilevato che Arbistar 2.0 risultava essere a tutti gli effetti un’opportunità di investimento, ovvero un’offerta al pubblico di prodotti finanziari, come definito dall’art. 1, comma 1, lettera t), del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), e pertanto richiedeva l’approvazione di un prospetto informativo da parte della Consob stessa. 

Tuttavia, Arbistar non ha mai effettuato la comunicazione preventiva obbligatoria all’agenzia, non potendo quindi disporre di un prospetto informativo autorizzato.

Tutti gli investitori residenti in Italia hanno così potuto prendere ulteriore coscienza della condotta poco trasparente di Arbistar e del suo operare in assenza delle necessarie autorizzazioni.

4. Questioni sulla giurisdizione italiana e spagnola

In ragione degli ordinamenti italiano, spagnolo ed europeo le vittime della truffa possono effettuare un’azione giudiziale in Italia o in Spagna, nei confronti dei titolari della piattaforma e/o degli intermediari che l’hanno abusivamente promossa.

Sul versante spagnolo si rileva che, in seguito all’intervento del tribunale inquirente di Arona (Tenerife), il caso è stato rimesso alla Audiencia Nacional di Madrid, ossia il tribunale ad hoc per reati di particolare gravità come quello in oggetto. 

Secondo quanto riportato da Europapress il 27.09.2021, le indagini si sono estese anche ad altri soggetti fisici e giuridici (fra cui la società Venus Capital). 

In Spagna non è previsto un termine per l’esercizio dell’azione penale.

Secondo il diritto spagnolo, il Cliente è assistito dall’Abogado ed è rappresentato in giudizio dal Procurador, che svolge la funzione di domiciliatario delle notificazioni e lo esime dal presenziare in udienza, salvo i casi in cui sia espressamente richiesto (interrogatorio di parte ecc.).

Nel caso in oggetto è probabile che l’Audiencia Nacional possa richiedere la nomina del Procurador, per la costituzione.

L’atto che conferisce il potere di rappresentanza in giudizio è la procura alle liti.

Per il conferimento di procura all’Abogado e al Procurador, la sottoscrizione deve avvenire secondo una delle seguenti modalità:

1. notarile, nella forma della scrittura privata autenticata o atto pubblico in doppia lingua, che per essere valida necessita anche dell’apposizione della Apostille dell’Aja;

2. notarile, nella forma della procura alle liti in spagnolo (poder para pleitos) presso l’Ufficio notarile del Consolato Spagnolo in Italia, che è automaticamente valida in Spagna. 

Nel primo caso, è inoltrato al Cliente il modello di Procura in doppia lingua che generalmente è adottato in Spagna. 

Nel secondo caso, è imprescindibile anzitutto contattare il Consolato più vicino per conoscere le modalità e la tempistica per il rilascio della stessa.

Per completare la procedura sono inviati unicamente i nominativi ed i dati degli Abogadi e del Procurador.

Riguardo alla giurisdizione italiana occorre anzitutto evidenziare che il termine di procedibilità dell’azione penale è di 90 gg. dalla conoscenza del reato.

Sul piano civilistico si rileva che tra la piattaforma Arbistar e gli utenti sussisteva un rapporto “professionista / consumatore” giacché la prima offriva dei servizi in cambio del corrispettivo pagato dai secondi.

In proposito rilevano una serie di disposizioni normative fra cui il Regolamento CE n. 44/2001, ed in particolare la sezione IV dedicata ai “contratti conclusi dei consumatori” (art. 15-17) e la Direttiva sul commercio elettronico 31/00/CE, a cui l’Italia ha dato attuazione con il D.lgs. n. 70 del 9 aprile 2003.

In particolare, il considerando n. 13 del Regolamento è molto puntuale e “protettivo” in relazione alla competenza speciale per i contratti telematici stipulati da un utente consumatore (proprio come nel caso di specie).

Infatti, nella sezione IV, è introdotto un sistema di competenze di carattere imperativo, sulla base del presupposto che in tale tipologia contrattuale “è opportuno tutelare la parte più debole con norme in materia di competenza più favorevoli ai suoi interessi rispetto alle regole generali”.

Per questo motivo, secondo quanto stabilito dall’art. 16, il consumatore può adire o l’autorità giudiziaria dello Stato Membro nel cui territorio è domiciliato ovvero nel luogo in cui è domiciliato il professionista.

E’ quindi possibile per un cittadino italiano che volesse recuperare il proprio credito nei confronti di Arbistar, fatte salve ovviamente le azioni in sede penale, agire giudizialmente in Italia per poi far valere la sentenza sul territorio spagnolo tramite il ben noto meccanismo del Titolo Esecutivo Europeo (cd. TEE), introdotto dal Regolamento n. 805/2004.

In Italia la procura alle può essere firmata innanzi all’avvocato che, al momento di autenticare la firma del Cliente, assume la veste di Pubblico Ufficiale. 

In ogni caso, poiché l’onere della prova è sempre a carico di accusa, ogni soggetto che intenda recuperare legalmente il proprio capitale dovrebbe acquisire puntuali riscontri delle interazioni avute anzitutto con la piattaforma ed eventualmente anche con gli intermediari che l’hanno abusivamente promossa.

Solo in seguito alla valutazione di tali riscontri è possibile elaborare una strategia difensiva adeguata.

5. Aggiornamenti sul caso.

In seguito all’arresto del CEO di Arbistar, Santi Fuentes Jover, il profilo Twitter Arbistar 2.0 non ha cessato di dare comunicazioni ai propri utenti.

In particolare, in seguito del congelamento dei conti avvenuto il 13 settembre 2020, in data 5 novembre è stato emanato il seguente primo comunicato:

Veniva quindi illustrato il procedimento di liquidazione e già a inizio novembre veniva promessa la restituzione dei soldi investiti a partire dalle somme più piccole fino ad arrivare a quelle più alte.

A fine novembre 2020, attraverso un’altra comunicazione Twitter, Arbistar specificava che il ritardo nei pagamenti era dovuto alla “mancanza di un certo accesso ad alcuni dati del database”.

Sempre in detta comunicazione veniva specificato che i bot in ogni caso continuavano a funzionare.

In seguito a molteplici altre comunicazioni fra dicembre 2020 e gennaio 2021, pressoché tutte del medesimo tenore ossia che una volta effettuate le opportune verifiche e comunicazioni via email, sarebbero stati restituiti i Bitcoin investiti a partire dagli importi più bassi, il primo febbraio 2021 è stata pubblicata la seguente:

Oltre a quanto detto sino a quel momento, è stato chiaramente dichiarato che gli Utenti che avevano agito per le vie legali sarebbero stati liquidati per ultimi.

Arbistar

Ad oggi, nonostante l’imponente incremento di valore di Bitcoin, non si hanno notizie di Utenti rimborsati da Arbistar.

I tentativi esperiti da Crypto Avvocato nell’estate 2021 per entrare in contatto con Arbistar, anche a mezzo raccomandata A / R agli indirizzi noti in Spagna e Bulgaria, non hanno avuto esito positivo.

CONCLUSIONE

Se generalmente la rivalsa sugli intermediari finanziari abusivi rappresenta l’unica via perseguibile per tentare di recuperare il credito, in questo caso l’arresto del fondatore di Arbistar e le indagini in corso consentono di vagliare anche l’azione giudiziale in Italia e/o in Spagna.

In ogni caso è opportuno agire con la massima celerità e fornire puntuali riscontri probatori delle interazioni avute anzitutto con la piattaforma ed eventualmente anche con gli intermediari che l’hanno abusivamente promossa.

Le affermazioni contenute nell’ultima missiva online di Arbistar non hanno alcun peso giuridico, poiché in ipotesi come quella in oggetto, l’ordine di liquidazione dei crediti non può che essere quello disposto da un giudice.

ALTRI CYBER CRIMES

Nella sezione Crime sono presenti molteplici analisi.

La sezione verrà aggiornata con ogni nuovo caso e anche tu puoi contribuire, inviando a Crypto Avvocato screenshot, link o anche solo chiedendo un parere.

Per comprendere cos’è il reato di truffa, si consiglia la lettura di apposito approfondimento.

COME DIFENDERSI

In questo articolo sono stati raccolti alcuni consigli utili.

COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE

E’ possibile segnalare attività sospette e reati informatici anche online, mediante il sito web della polizia postale.

PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO

Le Autorità non sono pienamente coscienti della portata di questi fenomeni perché nella maggior parte dei casi le vittime non sporgono querela.

I motivi sono principalmente i seguenti:

  1. sfiducia nei confronti delle istituzioni;
  2. mancanza di fondi o volontà per farsi assistere da professionisti nella ricostruzione dell’accaduto, nella redazione della querela e nell’effettuazione di indagini private a supporto dell’attività degli inquirenti italiani ed internazionali.

E’ bene precisare, infatti, che ex art. 336 c.p.p., la querela potrebbe anche essere sporta oralmente, entro 90 gg. dal reato, presso il commissariato di polizia più vicino ma

è un atto che richiede precise formalità e ricostruire una vicenda così complessa oralmente e in mancanza di una puntuale documentazione, potrebbe non solo risultare estenuante per tutti i soggetti coinvolti ma altresì inutile.

Ciò potrebbe determinare talvolta gli ufficiali stessi a dissuadere le vittime dal sporgere querela.

L’assistenza di un professionista è consigliata altresì per l’accesso che egli può garantire al Portale Telematico del Ministero della Giustizia, per il deposito e l’interazione semplificata con le Autorità.

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