FLUX – Airdrop ed exchange fraudolenti

9 Agosto 2021 -

Flux è un token fittizio creato per rubare i capitali degli utenti mediante airdrop ed exchange fraudolenti.

Con l’avvento delle criptovalute, la crescente disintermediazione degli investimenti e della gestione degli asset finanziari, anche le caratteristiche delle truffe online sono mutate considerevolmente.

Di certo lo spam di email fraudolente non è ancora cessato ma, complice anche la crescente facilità di creazione di lending page mediante template predefiniti, alla ben nota modalità di truffa si è affiancata la creazione di siti web fake.

Gli utenti possono incapparvi per molteplici ragioni:

  • ricercano autonomamente informazioni su nuovi investimenti;
  • hanno cliccato su una pubblicità fraudolenta vista su un sito blasonato, non sapendo che fra i due non vi è alcuna correlazione;
  • sono stati consigliati da un conoscente, che prenderà delle provvigioni per adescare dei malcapitati secondo ben noti meccanismi piramidali.

Quest’ultimo dato è particolarmente rilevante poiché le condotte di promozione dei business fraudolenti potrebbero integrare:

  • il reato di truffa aggravata dall’uso di strumenti informatici, di cui agli artt. 640 c.p. e 61 n. 5 c.p. (cfr. compiutamente qui) e, qualora si dimostrasse la cooperazione fra gli autori, anche l’associazione per delinquere ex art. 416 c. p.;
  • l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria ex art. 132 TUB (Testo Unico Bancario).

La vittima dello schema criminale potrebbe quindi rivalersi sul marketer che ha promosso abusivamente la piattaforma fraudolenta, anziché tentare di individuare e far punire vertici che potrebbero risiedere in paesi con cui è difficile interagire.

  • Infine, potrebbero essere adescati mediante un airdrop fittizio (come nel caso di FLUX).

Secondo quanto segnalatoci da molteplici Utenti, infatti, l’innovatività della truffa in oggetto sta nel fatto che il token FLUX viene accreditato su wallet per carpire l’attenzione del truffato, spronarlo a ricercare il sito web e poi effettuare un cambio fraudolento con token reali.

L’ingente quantitativo di token FLUX accreditato sui wallet (anche BEP 20 di Binance Smart Chain) degli Utenti truffati, infatti, risulta avere un valore considerevole in euro su Coinmarketcap.

Tuttavia, non è effettivamente scambiabile su alcun noto exchange.

Pertanto, l’Utente è costretto ad individuare il sito web di FLUX (https://fluxblockchain.com/) e scambiarlo direttamente su di esso.

E’ a questo punto che si concretizza la truffa, poiché l’Utente è convinto di effettuare un cambio ma in realtà sta esclusivamente accreditando le proprie criptovalute.

CONCLUSIONE

La condotta descritta integra il reato di truffa aggravata dall’uso di strumenti informatici, di cui agli artt. 640 c.p. e 61 n. 5 c.p. (cfr. compiutamente qui).

Le caratteristiche della truffa rendono particolarmente complesso poter elaborare una strategia adeguata per il recupero dei capitali.

Qualsiasi azione presupporrebbe una complessa e costosa indagine informatica privata, finalizzata alla individuazione degli autori del cyber crimine.

In ipotesi del genere, la migliore arma è certamente la prevenzione.

ALTRI CYBER CRIMES

Nella sezione Crime sono presenti molteplici analisi.

La sezione verrà aggiornata con ogni nuovo caso e anche tu puoi contribuire, inviando a Crypto Avvocato screenshot, link o anche solo chiedendo un parere.

Per comprendere cos’è il reato di truffa, si consiglia la lettura di apposito approfondimento.

COME DIFENDERSI

In questo articolo sono stati raccolti alcuni consigli utili.

COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE

E’ possibile segnalare attività sospette e reati informatici anche online, mediante il sito web della polizia postale.

PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO

Le Autorità non sono pienamente coscienti della portata di questi fenomeni perché nella maggior parte dei casi le vittime non sporgono querela.

I motivi sono principalmente i seguenti:

  1. sfiducia nei confronti delle istituzioni;
  2. mancanza di fondi o volontà per farsi assistere da professionisti nella ricostruzione dell’accaduto, nella redazione della querela e nell’effettuazione di indagini private a supporto dell’attività degli inquirenti italiani ed internazionali.

E’ bene precisare, infatti, che ex art. 336 c.p.p., la querela potrebbe anche essere sporta oralmente, entro 90 gg. dal reato, presso il commissariato di polizia più vicino ma

è un atto che richiede precise formalità e ricostruire una vicenda così complessa oralmente e in mancanza di una puntuale documentazione, potrebbe non solo risultare estenuante per tutti i soggetti coinvolti ma altresì inutile.

Ciò potrebbe determinare talvolta gli ufficiali stessi a dissuadere le vittime dal sporgere querela.

L’assistenza di un professionista è consigliata altresì per l’accesso che egli può garantire al Portale Telematico del Ministero della Giustizia, per il deposito e l’interazione semplificata con le Autorità.

Se necessiti di assistenza o vuoi far parte del network

Contattaci

Lascia un commento