
BullRun si presenta fraudolentemente come piattaforma per il trading automatizzato, economica e con un solido piano di incentivi per i propri marketer.

E’ stata segnalata da alcuni Clienti di Crypto Avvocato poiché sta indebitamente trattenendo i loro capitali.
è gestita dalla società panamense Universal Real Properties 2021 SRL, che ha sede in Torre 2000, Piso 10, Calle 50, Ciudad de Panama, e il CEO è Carlos Nobre.

Effettuando una ricerca in Rete è possibile rinvenire l’intervista del 2018 di Carlos Nobre al sito web venezuelano Globovision, in qualità di CEO del progetto AerisCoin (di cui tuttavia non si rinvengono elementi utili ad approfondire).
Secondo le informazioni acquisite sino ad ora, BullRun era operativa da gennaio 2021 e si avvaleva di una società di trading esterna nota come Revena Capital Trading LTD, il cui CEO è Luis FCO Quero Perez e di cui si rinvengono in rete solo vaghi riferimenti.
Sino ad aprile 2021, BullRun ha effettuato puntualmente i pagamenti dei presunti profitti generati dal sistema automatico e i prelievi sono stati eseguiti correttamente dagli Utenti.
Come spesso accade in questi casi, tuttavia, molti Utenti hanno deciso di lasciare anche i presunti profitti sulla piattaforma al fine di maturare ulteriori interessi.
A partire da aprile 2021 si sono verificati i primi problemi.
Dapprima la comunicazione da parte di BullRun che la percentuale di profitto per il mese di aprile era stata abbassata dal 20% al 6% a causa della variazione del prezzo di Bitcoin, poi ritardi nei pagamenti con molteplici giustificazioni e, infine, il blocco della piattaforma poiché la società partner Revena avrebbe subito un furto, non meglio precisato.
CONCLUSIONE
Sulla base degli elementi attualmente acquisiti si ritiene che BullRun e Revena siano piattaforme fraudolente, incentrate su un sistema di network marketing finalizzato ad acquisire quanti più utenti possibile, nel minor tempo possibile, prima di dileguarsi con i capitali.
In linea di principio il network marketing è un’attività legittima ma troppo spesso cela una vera e propria attività criminale.
In particolare, le condotte di promozione dei business analizzati potrebbero integrare:
- il reato di truffa aggravata dall’uso di strumenti informatici, di cui agli artt. 640 c.p. e 61 n. 5 c.p. (cfr. compiutamente qui) e, qualora si dimostrasse la cooperazione fra gli autori, anche l’associazione per delinquere ex art. 416 c. p.;
- l’esercizio abusivo dell’attività finanziaria ex art. 132 TUB (Testo Unico Bancario).
Il dato è rilevante poiché la vittima dello schema criminale potrebbe rivalersi sul marketer che ha promosso abusivamente la piattaforma fraudolenta, anziché tentare di individuare e far punire vertici che potrebbero risiedere in paesi con cui è difficile interagire.
In quest’ultima ipotesi sarebbe necessario:
- effettuare un’accurata indagine informatica, personale e patrimoniale sugli autori del reato;
- tentare un confronto extragiudiziale;
- adire le autorità italiane nella cui giurisdizione ricade la vittima ed estere alla cui giurisdizione l’accusato del reato è sottoposto.
ALTRI CYBER CRIMES
Nella sezione Crime sono presenti molteplici analisi.
La sezione verrà aggiornata con ogni nuovo caso e anche tu puoi contribuire, inviando a Crypto Avvocato screenshot, link o anche solo chiedendo un parere.
Per comprendere cos’è il reato di truffa, si consiglia la lettura di apposito approfondimento.
In questo articolo sono stati raccolti alcuni consigli utili.
COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE
E’ possibile segnalare attività sospette e reati informatici anche online, mediante il sito web della polizia postale.
PERCHÉ AVVALERSI DI UN ESPERTO
Le Autorità non sono pienamente coscienti della portata di questi fenomeni perché nella maggior parte dei casi le vittime non sporgono querela.
I motivi sono principalmente i seguenti:
- sfiducia nei confronti delle istituzioni;
- mancanza di fondi o volontà per farsi assistere da professionisti nella ricostruzione dell’accaduto, nella redazione della querela e nell’effettuazione di indagini private a supporto dell’attività degli inquirenti italiani ed internazionali.
E’ bene precisare, infatti, che ex art. 336 c.p.p., la querela potrebbe anche essere sporta oralmente, entro 90 gg. dal reato, presso il commissariato di polizia più vicino ma
è un atto che richiede precise formalità e ricostruire una vicenda così complessa oralmente e in mancanza di una puntuale documentazione, potrebbe non solo risultare estenuante per tutti i soggetti coinvolti ma altresì inutile.
Ciò potrebbe determinare talvolta gli ufficiali stessi a dissuadere le vittime dal sporgere querela.
L’assistenza di un professionista è consigliata altresì per l’accesso che egli può garantire al Portale Telematico del Ministero della Giustizia, per il deposito e l’interazione semplificata con le Autorità.