
Le star solitamente non c’entrano nulla con bitcoin ed altre criptovalute. Si tratta solo di tentativi di phishing che le citano per persuadere le vittime.
All’inizio di giugno 2019, un utente ci ha segnalato un sito [1] via messenger, per avere una opinione in merito alla fondatezza di quanto riportava, ossia che Cesare Cremonini aveva investito in Bitcoin ottenendo profitti come mai accadutogli prima.
La notizia si concludeva con l’invito a compilare un form, in modo tale da effettuare lo stesso investimento del noto cantante.
La cosa più interessante (e pericolosa), è che il sito in questione era in tutto e per tutto identico a una ordinaria pagina del quotidiano Repubblica.
Uso il passato poiché accedendovi adesso non si rinviene alcun riferimento a tutto ciò, ma solo un residuo di scrittura, totalmente sgrammaticato, in un blog di bassissima lega.
CONCLUSIONE
Unire star e bitcoin per fornire credibilità alla proprio tentativo di phishing, sebbene non sia una tecnica nuova nel settore, risulta ancora molto efficacie. E’ probabile che dopo alcuni reati andati a buon fine, il malfattore abbia voluto cancellarne ogni traccia.
Precisamente trattasi di una particolare tipologia di truffa denominata phishing.
Essa può concretizzarsi nell’invio di mail, creazione di profili Facebook, siti internet ecc. apparentemente attendibili, al fine di convincere la vittima a compiere azioni di disposizione patrimoniale o divulgare informazioni sensibili relative solitamente ai propri account bancari o wallet, al fine di accedervi abusivamente[2].
Secondo il rapporto di Kaspersky Lab su Spam e Phishing nel 2018, le tecniche dei cc.dd. phisher si sono affinate.
Se in precedenza, per raggirare le vittime adottavano lievi e quasi impercettibili variazioni o alterazioni dei domini reali, adesso vengono utilizzati, sempre più di frequente, sia sottodomini che imitano le effettive denominazioni, sia nomi di dominio particolarmente lunghi e complessi, magari intervallati da vari trattini.
ALTRI CYBER CRIMES
Nella sezione Crime sono presenti molteplici analisi.
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Per comprendere cos’è il reato di truffa, si consiglia la lettura di apposito approfondimento.
In questo articolo sono stati raccolti alcuni consigli utili.
COMMISSARIATO DI PUBBLICA SICUREZZA ONLINE
E’ possibile segnalare attività sospette e reati informatici anche online, mediante il sito web della polizia postale.
PERCHE’ AVVALERSI DI UN ESPERTO
Le Autorità non sono pienamente coscienti della portata di questi fenomeni perché nella maggior parte dei casi le vittime non sporgono querela.
I motivi sono principalmente i seguenti:
- sfiducia nei confronti delle istituzioni;
- mancanza di fondi o volontà per farsi assistere da professionisti nella ricostruzione dell’accaduto, nella redazione della querela e nell’effettuazione di indagini private a supporto dell’attività degli inquirenti italiani ed internazionali.
E’ bene precisare, infatti, che ex art. 336 c.p.p., la querela potrebbe anche essere sporta oralmente, entro 90 gg. dal reato, presso il commissariato di polizia più vicino ma
è un atto che richiede precise formalità e ricostruire una vicenda così complessa oralmente e in mancanza di una puntuale documentazione, potrebbe non solo risultare estenuante per tutti i soggetti coinvolti ma altresì inutile.
Ciò potrebbe determinare talvolta gli ufficiali stessi a dissuadere le vittime dal sporgere querela.
L’assistenza di un professionista è consigliata altresì per l’accesso che egli può garantire al Portale Telematico del Ministero della Giustizia, per il deposito e l’interazione semplificata con le Autorità.
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NOTE
[1] BLOG HAPPY STARTS HERE, “Un’intervista con gravi conseguenze per Cremonini”
[2] Come dettagliatamente esplicato sul sito della Polizia di Stato.