CRYPTO WARS – Bitcoin vs Corporation vs Stati

6 Gennaio 2020 -

Le “Crypto Wars” fra i payment token delle grandi Corporation, le cc.dd. Criptovalute di Stato e quelle tendenzialmente decentralizzate, in primis Bitcoin, hanno infiammato il 2019 e certamente si inaspriranno nel corso del 2020.

Da un lato, infatti, sono stati annunciati Libra, il progetto guidato da Facebook[1] e Gram, la criptovaluta dell’app di messaggistica Telegram[2];

dall’altro progetti come il cinese E-Yuan[3] e, in Europa, la svedese E-Krona, l'”E-Franco” e l’E-Euro della BCE.

Questi ultimi, in particolare, sono il token annunciato dal governatore della banca centrale francese, Francois Villeroy de Galhau, la cui sperimentazione partirà già quest’anno (in seguito alla chiusura del termine di tre mesi per la presentazione di proposte da parte di esperti, associazioni e compagnie del settore).

L’obiettivo è sviluppare un sistema blockchain based per la gestione delle transazioni di importo molto elevato, che sia di complemento al progetto in fase di studio da parte della BCE.

Come esplicato compiutamente in precedenti approfondimenti, infatti, diversi Paesi hanno da tempo iniziato a valutare soluzioni per limitare sia l’impatto degli asset tendenzialmente decentralizzati come Bitcoin, sia dei payment token formalmente appartenenti a Corporation private ma sostanzialmente sotto il controllo di Super Potenze quali USA, Cina e Russia[4].

Relativamente alla BCE, possiamo rinvenire le fasi salienti dell’avvicinamento a tali tematiche in tre importanti paper:

In questo documento vengono sintetizzati i risultati dell’analisi sulle cripto attività della BCE.

Precisamente:

  • viene proposta anzitutto una caratterizzazione delle cripto attività in assenza di una definizione comune, come base per l’analisi costante del fenomeno;
  • in secondo luogo, si analizzano i recenti sviluppi nel mercato e delle cripto attività, nonché i collegamenti con i mercati finanziari e l’economia;
  • infine, si valuta l’impatto potenziale delle cripto attività in materia di politica monetaria, pagamenti, infrastrutture di mercato e stabilità finanziaria.

L’analisi mostra che, nel mercato attuale, i rischi delle cripto attività o le potenziali implicazioni sono limitate e / o gestibili sulla base dell’esistente quadro normativo e di sorveglianza. Tuttavia, considerati i mutamenti cui può essere soggetta la valutazione nel tempo, si consiglia di non arrestare né il monitoraggio delle cripto attività, né la diffusione di consapevolezza e preparazione fra le istituzioni e gli operatori europei.

Su Crypto Avvocato, tali tematiche sono state oggetto di molteplici analia nelle Guide alle Criptovalute:

Elaborate in ragione dei recenti approdi dell’Università di Zurigo e di un’interpretazione delle norme italiane.

Il documento descrive il funzionamento di diversi tipi di asset dal valore stabile e propone una relativa classificazione, basata su tre aspetti chiave:

(i) responsabilità dell’emittente;

(ii) decentralizzazione di responsabilità;

(iii) l’elemento a cui è ancorato il valore dell’asset.

L’analisi di diversi tipi di stablecoin mostra un compromesso tra la novità della stabilizzazione mediante meccanismo algoritmico (c.d. “banca centrale algoritmica”) e il tradizionale approccio “specchio” della moneta elettronica.

Mentre le stablecoin relativamente meno innovative potrebbero fornire una soluzione agli utenti in cerca di un deposito dal valore effettivamente stabile e legittimato peraltro dall’adesione agli standard tipici dei servizi di pagamento, nel documento si sospende il giudizio sul ruolo che avranno in futuro le stablecoin più innovative (algoritmiche).

Il più recente sviluppo sul fronte Criptomentario in seno alla BCE, guidata dalla Neo Governatrice Christine Lagarde, è “Exploring anonymity in central bank digital currencies”.

Trattasi di un Proof of Concept (POC), sviluppato dal network Eurochain con il supporto di R3 e Accenture, riguardante la realizzazione dell’E-Euro, o più correttamente della Central Bank Digital Currency (CBDC).

L’obiettivo sarebbe consentire agli utenti trasferimenti “anonimi” ma conformi alle normative AML/CFT, sebbene in numero limitato e per importi ridotti, mediante l’uso dei cc.dd anonimity vouchers.

Crypto Wars
Crypto Wars
Crypto Wars

CONCLUSIONE

Nonostante i recenti arresti allo sviluppo di Libra e Gram, la lotta fra Cina, USA, Russia ed Europa a guida Franco Tedesca, non cesserà certamente.

Il quadro che emerge, infatti, è complesso ma sostanzialmente incentrato su una strategia a due volani:

  • da un lato l’accaparramento di risorse hardware per la gestione degli asset decentralizzati (campo sul quale ha vinto fino a questo momento la Cina)[5];
  • dall’altro lo sviluppo di criptomonete delle Banche Centrali.

In Europa, la strada intrapresa da Francia e BCE, potrebbe costituire l’input per lo sviluppo, anche da parte di altri Stati, di monete complementari, strutturate per adempiere a specifiche esigenze interne.

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NOTE

[1] ILSOLE24ORE (2020), “Dossier – Libra, la criptovaluta di Facebook”

Chris Brummer, professore di legge alla Georgetown University School of Law, ha pubblicato un articolo con tutte le modifiche apportate recentemente al whitepaper di Libra.

Tra tante modifiche, il professore non ha più trovato nessun riferimento ai dividendi per gli investitori, che avrebbero certamente reso l’asset un Security, con conseguente applicazione di un regime giuridico pressoché ovunque complesso. (cfr. Collana sulle criptovalute).

Come evidenziato in un precedente approfondimento sul rapporto fra Bitcoin e Libra – Cina e USA, tuttavia, la principale criticità dell’asset deriverebbe dalla modalità di stabilizzazione del valore, ossia l’acquisto di Titoli di Stato (esclusi quelli cinesi).

Ciò, infatti, renderebbe il Libra Consortium capace di determinare l’andamento di interi Paesi, anche semplicemente sotto il profilo della valutazione da parte di ulteriori diversi operatori del mercato, compromettendo un monopolio – quello della manipolazione finanziaria – che, fino a questo momento, è stato di esclusiva e diretta pertinenza delle Banche Centrali e dei Governi delle Super Potenze.

Dunque, come affermato recentemente dal presidente svizzero Ueli Maurer, il progetto Libra deve essere radicalmente ridisegnato, altrimenti inevitabile fallirà (cfr. Reuters).

[2] Ton è il nome della blockchain di Telegram, mentre GRAM quello del token. BAUTISTA A. (2020), “SEC: Telegram ha rifiutato di fornire informazioni finanziarie relative a TON”, Crypto Rivista

[3] SMITH G. (2019), “PBOC Official: China’s Digital Yuan Won’t Be a Speculative Currency Like Bitcoin”, Bitcoin.com

[4] BERTOLINI G. (2019), “IL (DIS)ORDINE MONDIALE – PARTE 3: USA vs Cina = LIBRA vs Bitcoin”, Crypto Avvocato

[5] Secondo il rapporto di CoinShares, pubblicato da Reuters, quasi 2/3 della potenza della rete bitcoin sono sotto il controllo dei miner cinesi. WILSON T. (2019), “China’s bitcoin miners scoop up greater production power -research”, Reuters

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