
Il controllo del mondo è legato a quello della moneta. Pertanto, le criptovalute come Bitcoin e Libra sono di primario interesse strategico.
Il 7 maggio scorso si è conclusa, con un nulla di fatto, la consultazione pubblica indetta dalle autorità cinesi, sul ban delle attività di mining [1]. L’annuncio di Libra potrebbe aver giocato un ruolo chiave in proposito, spazzando ogni dubbio del governo sulla necessità di proseguire la strategia di centralizzazione di btc fin qui intrapresa, seppur al costo di ingenti risorse energetiche.
Non è un caso che la Russia, proprio una settimana fa, abbia dichiarato pubblicamente di voler fornire supporto energetico a Cina e Mongolia [2].
Anche sul mercato l’annuncio di Libra potrebbe aver avuto un impatto importante, nella misura in cui la criptovaluta, ponendosi agli antipodi di btc, non sia stata ritenuta un competitor ma anzi uno strumento per incentivarne ulteriormente la diffusione come asset di risparmio / riserva di valore.
Essendo infatti una stablecoin per pagamenti quotidiani e trasferimenti internazionali, Libra potrebbe spazzare via le cc.dd. altcoin che si prefiggono obiettivi simili, polarizzando dunque l’economia criptomonetaria su due fronti apparentemente contrapprosti ma in realtà perfettamente complementari.
Il nodo della questione, però, è anzitutto TecnoPolitico, come è stato spiegato compiutamente in “IL (DIS)ORDINE MONDIALE – PARTE 3: USA vs Cina = LIBRA vs Bitcoin” [3].
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NOTE
[1] Cfr. GOH B. e ALUN JOHN A. (2019), “China wants to ban bitcoin mining”, Reuters
[2] Cfr. (Res) © Agenzia Nova, ” Energia: Putin, pronti a garantire forniture elettricità a Cina e Mongolia”
[3] Parte di una collana in cui sono state esaminate tematiche estremamente complesse, apparentemente slegate fra loro ma invece perfettamente incastonabili per comporre lo scacchiere globale: cyber guerra asimmetrica, sorveglianza di massa, digitalizzazione del capitalismo e criptovalute